Nel 2017, una ricerca di mercato condotta tra i consumatori dell’UE rivelò che, alle spalle dell’irraggiungibile televisore, l’aspirapolvere svettava come secondo elettrodomestico “preferito” dai cittadini europei; vale a dire il più acquistato, il più cercato su Internet e quello per il quale un potenziale acquirente era disposto a investire le somme più cospicue.

Pur mancando, al momento, una ricerca analoga che prenda in esame quantomeno il periodo post-pandemia, l’impressione è che negli ultimi anni il trend non sia cambiato: basti dare un’occhiata a qualsiasi volantino Unieuro, o di qualunque altra grande catena di distribuzione di elettrodomestici, per rendersi conto della preminenza di tali dispositivi nei cataloghi della GDO; segno che si tratta di prodotti tuttora molto richiesti.
Gli italiani primatisti nelle pulizie domestich
Inoltre, prendendo in considerazione anche i dati più che ragguardevoli riguardanti elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie, un fatto emerge chiaramente da questa ricerca: gli italiani sono, assieme ai britannici (nel 2017 la procedura inerente la Brexit era stata appena avviata dal Governo Britannico (quindi non è strano né infrequente che le ricerche di mercato dell’epoca tendessero ancora ad assimilare il Regno Unito al resto dell’Unione Europea), ai francesi e agli svedesi, il popolo più dedito alla cura della casa, con una disponibilità alla spesa pro capite per tale scopo che in alcuni casi supera di gran lunga quella dei “rivali” (al netto ovviamente di una capacità di spesa, che varia sensibilmente da paese a paese.
Un fenomeno che non ha una spiegazione univoca, ma è frutto di una molteplicità di fattori. Di seguito i più significativi:
- Condizioni climatiche. È lo scotto che i paesi mediterranei devono pagare per il loro clima mite e le temperature moderate per gran parte dell’anno solare: maggiore esposizione ai raggi del sole significa una circolazione nettamente più significativa di pulviscolo atmosferico, e dunque una quantità maggiore di polvere che si deposita sulle superfici. Provvedere alla pulizia di queste ultime, dunque, più che una (comunque sana) abitudine, si configura come una vera e propria necessità.
- Fattori socioculturali. Per noi italiani, molto più che per altri paesi, una casa non è semplicemente un’abitazione-rifugio entro le cui mura chiudersi mettendo un diaframma tra noi e il mondo esterno. Essa è soprattutto un luogo di rappresentanza, uno spazio che amiamo condividere, seppur per un tempo limitato – ma con una frequenza di gran lunga maggiore rispetto agli altri paesi europei, compresi quelli del Bacino Mediterraneo –, con gli altri, siano essi amici o parenti. Tale inclinazione è molto più vistosa in alcune regioni (soprattutto nel Meridione) rispetto ad altre, ma in modi e misure differenti attraversa tutta la penisola da nord a sud. Per questo motivo, abbiamo particolarmente a cuore la cura di tali spazi, che devono risultare accoglienti per gli ospiti e al tempo stesso dare lustro a noi in quanto padroni di casa.
- Tradizioni. Malgrado la modernizzazione persino violenta cui la nostra società è stata sottoposta nel corso del Ventesimo secolo, quella italiana rimane in sostanza una cultura di matrice contadina. Gli italiani sono abituati a – e in una certa misura amano – “sporcarsi le mani”, e non hanno paura del duro lavoro, che si svolga nei campi o in fabbrica. Proprio per questo motivo, la casa rappresenta l’esatto contraltare alla vita lavorativa: più quest’ultima implica fatica, sudore e sporcizia, più la casa si configura come il luogo in cui tutto ciò viene ribaltato; il luogo, insomma, in cui anche il lavoratore più umile ritrova la sua dignità. Non a caso, le dimore di campagna sono quelle in cui l’idea di una pulizia sistematica viene perseguita con estremo rigore. Un’usanza che, dalla vita rurale dei primi del Novecento, si è proiettata fino ai giorni nostri, anche nelle realtà metropolitane.
Un’abitudine alimentata anche dalla pandemia
Insomma, sembra che la cura della casa sia insita nel DNA degli italiani, e che le spese sostenute per provvedere a tale mansione siano giustificate da una serie di fattori che affondano le loro radici nella storia stessa del nostro popolo. Una tendenza che la pandemia dovrebbe aver acuito, dal momento che il tempo medio trascorso dagli italiani all’interno delle mura domestiche nell’ultimo anno e mezzo è aumentato in maniera oltremodo significativa. In ogni caso sarà interessante, quando gli effetti del virus saranno definitivamente alle spalle, verificare in quale misura tale periodo è intervenuto sulle nostre abitudini, intensificandole o modificandole